“TO SAVE A CHILD” : la chitarra di Eric Clapton per i bambini di Gaza.

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L’8 Dicembre 2023 si è tenuto a Londra un concerto per raccogliere fondi da destinare ai bambini di Gaza. Fautore di questa nobile iniziativa è Eric Clapton che, nel corso della sua lunga carriera, si è sempre dimostrato sensibile a certe tematiche.

Ne sono prova i numerosi concerti tenuti a supporto del Crossroads Centre of Antigua, fondato dal nostro nel 1998, per curare le dipendenze da alcol e droga di cui anch’egli in passato ha sofferto.

A corredo del concerto tenuto in Dicembre, il 12 Luglio scorso è uscito un album in formato Vinile, Cd e Cd+BluRay che testimonia la performance di Clapton e della sua band, dal titolo TO SAVE A CHILD [An Intimate Live Concert] ; anche il ricavato delle vendite dell’album andranno a supporto dei bambini vittime della guerra nella striscia di Gaza.

L’album si apre e si chiude con due brani inediti strumentali dal titolo Voice of aChild e Prayer of a Child, due intense ballads acustiche, che danno voce  a chi voce non ne ha, perché indifeso e vittima di una assurda guerra.

Il resto dei brani in scaletta sono oramai dei classici del nostro bluesman :

Tears In Heaven, scritta per ricordare il figlioletto Conor scomparso a 5 anni a causa di un tragico incidente, riluce di quella malinconia e di quella dolcezza che da più di trent’anni ce la fa amare.

Si prosegue con la versione acustica di un altro grande classico, Layla la cui versione in elettrico fu incisa nell’ album del 1969 LAYLA AND OTHER ASSORTED LOVE SONGS e dedicata al suo amore dell’epoca, la modella Patty Boyd che successivamente divenne sua moglie.

Nobody Knows You (When You’re Down And Out), anch’essa in versione acustica, ci riporta ai vecchi blues degli anni ‘30 e ‘40, di cui Clapton è un magnifico interprete e che era già apparsa nel suo album più venduto, ovvero UNPLUGGED del 1992.

A questo punto Eric imbraccia la sua fedele Fender Stratocaster con i colori della bandiera palestinese e si riparte con altri due classici del Blues, Key To The Highway, di cui ricordiamo l’eccellente versione di B.B. King, e Hoochie Coochie Man scritta da Willie Dixon per il grande Muddy Waters.

Il brano successivo ci riporta nei territori più personali del nostro artista, infatti è la volta di River Of Tears, pubblicata nell’album PILGRIM del 1999. Una lenta ballad elettrica in cui l’artista si mostra fragile di fronte agli eventi, spesso tragici, della propria vita. L’assolo finale è un vero e proprio canto che ben si incastona nel bellissimo arrangiamento.

Got To Get Better In ALittle While è invece un vivace rock’n’roll con venature funky, che viene anch’esso dall’album del 1969, in cui si nota la maestria del buon Eric e dei musicisti della band.

Un altro grande classico del Blues è la successiva The Sky Is Crying, brano portato al successo da Freddie King e suonato da numerosi altri musicisti, divenuto un vero e proprio standard, anche se a mio parere, la versione più bella in assoluto è quella di Stevie Ray Vaughan (non me ne voglia Mr. Clapton!).

Crossroads è un brano del 1932 del più iconico bluesman della storia, il misterioso Robert Johnson, colui il quale pare abbia stipulato un patto col Diavolo al crocicchio (appunto “crossroads”) per diventare un grande chitarrista.

Leggende a parte, il brano fu ripreso nel 1966 dai CREAM, trio Rock-Blues in cui militava Clapton, che ne fecero una feroce versione elettrica riproposta da sempre nella scaletta dei concerti del nostro artista.

Si conclude la parte live con il brano Give Me Love (Give Me Peace on Earth) di George Harrison, ex Beatles e grande amico di Clapton, che vede sul palco la partecipazione del figlio Dhani Harrison alla chitarra acustica e alla voce, che ricorda in modo impressionante suo padre George.

I musicisti che accompagnano Eric Clapton sul palco sono :

Nathan East – basso e voce

Doyle Bramhall II – chitarra e voce

Edward ‘Sonny’ Emory III – batteria

Tim Carmon – tastiere

Sharon White – voce

Katie Kissoon – voce

Dhani Harrison – chitarra e voce

TO SAVE A CHILD è una testimonianza di come la Musica può aiutare la sensibilizzazione delle coscienze e indirizzare i nostri sguardi e i nostri cuori lì dove troppo spesso c’è sofferenza. Essere nati ad altre più fortunate latitudini non ci autorizza a voltarci dall’altra parte.

Non sono mancate le polemiche per l’appoggio di Clapton verso i palestinesi, come già era successo a Roger Waters ed a qualcun’altro, ma schierarsi è un atto di coraggio e se lo fanno artisti oramai ottuagenari è auspicabile che lo facciano anche artisti più giovani con un maggiore seguito.

A prescindere dalle bandiere, dagli schieramenti, dalle ideologie, in guerra purtroppo chi ne fa le spese è sempre la popolazione inerme, schiacciata dal potere di chi comanda.

Grazie Mr. Clapton, la tua goccia nel mare dell’indifferenza ce lo rende sicuramente meno salato.

Antonio D’AMBROSIO (17.07.2024)

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